"Arcevia en plein air" è un itinerario che raccoglie tutte le opere en plein air presenti sul territorio, raccolte tra il XX e il XXI secolo. Le opere, incastonate nel paesaggio arceviese, sono visibili percorrendo sentieri o passeggiando tra le colline. In questo modo si può cogliere la vera essenza di ciò che si ammira grazie alla luce naturale che accentua le sensazioni vissute, in armonia con l’ambiente circostante. Per ammirare le numerose tracce artistiche risalenti all’epoca moderna e contemporanea non occorre alcun biglietto di ingresso.
Nel Chiostro di San Francesco è esposta l’opera IDEA N.3, una delle più rappresentative ed emblematiche di Edgardo Mannucci, considerato uno dei protagonisti dell’arte plastica informale europea. L’opera , realizzata in rame, ottone e vetro di Murano, partecipò alla Biennale di Venezia nel 1972, di Bruxelles nel 1973, e di Roma nel 1991.
Una riproduzione fotografica della tavola centrale e della lunetta della “Pala di Arcevia” è stata realizzata nel 2009 per celebrare il ritorno temporaneo ad Arcevia della tavola centrale della stessa, ossia un’elegante “Madonna e Santi”oggi esposta presso la Pinacoteca di Brera a Milano, opera del Signorelli del 1508.
Il trittico in mosaico di ceramica ritagliata a mano (m 6,5×2,5) è stato realizzato nel corso degli anni, durante la partecipazione dell’artista pugliese ad Ar(t)cevia-International Art Festival, ed è stato pubblicato su MOSAICATLAS, l’atlante mondiale online di siti musivi pubblici.
Complesso monumento realizzato in bronzo, marmo e pietra, che raffigura un Fante che protegge una donna col bambino (a Venafro ne troviamo una copia fedele sempre del Tamagnini), poggianti su una colonna che elenca i martiri delle due guerre. Ai piedi, interessante lampada votiva in ferro battuto, restaurata dall’Ipsia di Arcevia, realizzata nel 1941 da Getullio Simoncelli, un valente fabbro locale.
Sculture in legno intagliate su tronchi d’albero ormai senza vita dal cittadino arceviese Maurizio Tisba.
Emblema della Resistenza marchigiana, il monumento si compone di una statua con raffigurato il partigiano con l’arma abbassata e lo sguardo rivolto verso il luogo dell’eccidio di Monte Sant’Angelo, Casa Mazzarini, e un bassorilievo in bronzo raffigurante scene di guerra partigiana.
Affresco dipinto in una nicchia dell’antica porta, alla maniera cinquecentesca, ove era una vetusta pittura irrimediabilmente perduta. San Medardo è il patrono di Arcevia. Dello stesso artista si segnalano anche altri interventi all’aperto, in tre castelli del territorio comunale: lo stemma e il quadrante in ceramica dell’orologio pubblico presso Piticchio, una lunetta raffigurante Sant’Agata, sopra il portale della chiesa parrocchiale di Castiglioni, e un affresco raffigurante San Pietro, nell’omonimo castello arceviese.
Murale di 60 mq realizzato dall’artista marchigiano, che reinterpreta quello originario del suo maestro Aurelio C.(Aurelio Ceccarelli, Fabriano 1924 – Sassocorvaro 2014), irrimediabilmente danneggiato dal tempo, compiuto nel 1981.
Sculture in pietra realizzate dalle due artiste a Sant’Ippolito (PU) durante la manifestazione “Scolpire in piazza” XII ed., acquistate dal Parco della Gola della Rossa e di Frasassi per posizionarle all’ingresso est e ovest di Arcevia (porte del parco denominate “Il paesaggio”).
Questa pietra è stata installata dal comune di Arcevia per ricordare, a 600 anni dall’evento, la battaglia e la liberazione di Rocca Contrada (oggi Arcevia) dall’assedio di Ludovico Migliorati e Angelo della Pergola, grazie a Braccio da Montone, celebre capitano di ventura, che divenne signore della città.
Utilizzando le rovine della casa colonica della famiglia contadina dei Mazzarini, il comune ha realizzato un monumento con cippo, alzabandiera e braciere, per ricordare il teatro di uno degli eccidi nazifascisti più cruenti della Regione Marche, avvenuto il 4 maggio del 1944, quando vennero sterminati i componenti della famiglia Mazzarini insieme ai partigiani ospitati.
Realizzata in scala ingrandita e donata dal minatore arceviese Pietro Francesco Befera in ricordo della miniera di zolfo di Cabernardi, la più grande d’Europa. Posizionata sulla cima del Monte S. Angelo nel 2017, in direzione Cabernardi.
In occasione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, venne realizzato dal maestro questo monumento in bronzo a fianco della chiesa abbaziale millenaria di Monte Sant’Angelo, edificio di culto dedicato alla Polizia di Stato.
L’artista milanese ha realizzato per il “Pop Up Festival!” dei murales su alcuni edifici nella ex Cava Mancini di Arcevia. Si segnala un altro suo intervento presso la Riserva privata San Settimio di Palazzo di Arcevia.
L’artista californiano ha realizzato ad Arcevia la sua prima opera outdoor italiana, grazie alla sua partecipazione al “Pop Up! Festival”.Il murale è ispirato sia alla Resistenza partigiana contro i Nazi-fascisti, qui sul monte S. Angelo avvenne il famoso eccidio, sia alla Resistenza della natura che si sta riappropriando della Cava, grazie ad un progetto di riqualificazione ambientale.
Statua in bronzo (h 176 cm) realizzata dal Maestro, collocata nel 2009 presso la rotatoria di Conce, con il contributo economico della Provincia di Ancona.
L’artista ispanico-argentino Zosen, grazie alla sua collaborazione con “Pop Up! Festival”, ha letteralmente coperto con le sue piccole e gioiose figure la sede della Cooperativa biologica La Terra e Il Cielo a Piticchio, realizzando un grande murale dal titolo “Paraiso”. Un arabesco fatto di alberi, piante, fantasie geometriche e simboli dai colori brillanti che fa immergere lo spettatore in un’atmosfera ludica. Alla realizzazione del murales hanno partecipato anche il collettivo “Coloro del Colore Naturale”, artisti locali e alcuni collaboratori della Cooperativa.
Lo street artist Federico Zenobi ha voluto omaggiare l’opera di Bruno d’Arcevia, nella città natale del grande maestro marchigiano, realizzando uno splendido murale a pochi metri dal suo studio. Grazie all’organizzazione dell’Atgtp (Associazione Teatro Giovani Teatro Pirata), l’artista jesino crea un murale su una parete di 9 metri, ispirandosi all’opera del maestro D’Arcevia “Discesa sotto il baleno” (2014).
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